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domenica 28 febbraio 2010

MM&D - 1


La montagna ha finalmente partorito il topolino... dopo innumerevoli ritardi determinati da motivi indipendenti dalla mia volontà, la PRIMA STRIP DI " ME, MOM & DeAD " E' ON LINE! E adesso rispondete alla stessa domanda che certamente avrà sfiorato la mente della teenager Melody... che cosa fareste se, svegliandovi una mattina, scopriste di essere l'unica persona viva in un mondo di morti..?
( Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione se non autorizzata )

domenica 14 febbraio 2010

Anteprima


In questi giorni ho ultimato le matite della prima strip di " Me, mom & dEad "... prometto la pubblicazione entro la fine della prossima settimana. Intanto vi offro una anteprima sporca di grafite. ( Il Copyright è di mia proprietà. E' vietata la riproduzione delle immagini se non autorizzata )

My life in 90s - è cambiato...tutto?

Con questo post inizio la pubblicazione di alcuni racconti ispirati alla Milano che ho conosciuto, quella dei primi anni '90. Anni importanti e drammatici che ricorderò, in rigorosa sequenza non cronologica, legandoli ad esperienze personali.


Il terzo anno che trascorsi a Milano, 1994, ebbe un inizio concitato che mi avrebbe condotto ad una rinascita professionale e umana. Forzato da circostanze che rendevano insopportabile la mia permanenza in quell’abitazione, alla fine dell’anno precedente avevo preso coraggio lasciando il vecchio appartamento di Viale Monza che condividevo con altri tre giovani, per prendere in affitto, in zona San Siro, un monolocale largo poco più di una casa di bambole e molto meno elegante. Tuttavia, anche se spendevo più di prima e usufruivo di uno spazio microscopico, la possibilità di vivere in completa solitudine rappresentava la conquista di un privilegio senza prezzo. Non potendo proseguire nel mio ruolo d’illustratore per la redazione di Topolino a causa dei cambiamenti avvenuti in seno alla casa editrice, iniziai a collaborare con i periodici diretti da Elisa Penna. Fu grazie a lei che emersi definitivamente dall’anonimato Disneyano realizzando storie a fumetti con cadenza regolare; contemporaneamente mi dedicai ad approfondire la conoscenza del Reiki ed altre forme di terapie complementari. Mi sentivo felice ed appagato.

Un sabato pomeriggio, incoraggiato dal tepore della stagione primaverile, mi diressi a piedi da casa mia verso il centro della città. In un’ora di buon cammino potevo arrivare in Piazza Duomo. Non ricordo bene perché ma, giunto in Piazza de Angeli cambiai direzione e mi ritrovai in una via sulla quale, in modo meno solenne di quanto avrei potuto immaginare, si presentava un edificio di architettura tardo ottocentesca la cui facciata, dipinta di color giallo ittero, m'ispirava profonda tristezza: il Pio Albergo Trivulzio.

In quel preciso istante presi consapevolezza del fatto che sostavo davanti ad un monumento. Proprio in quella struttura di accoglienza per anziani, il 17 Febbraio di due anni prima era stato arrestato il dirigente Mario Chiesa mentre riceveva una mazzetta per la concessione di un appalto ad una impresa di pulizie. Da lì aveva mosso i primi passi l’inchiesta conosciuta come Tangentopoli che aveva scatenato un effetto domino tale da abbattere perfino l’uomo più potente dell’Italia di allora: mentre continuavo ad osservare quel casamento, riemerse il ricordo di Bettino Craxi quasi linciato a colpi di monetine davanti all’ Hotel Raphael di Roma; e di Milano governata dal luogotenente nonché di lui cognato Paolo Pillitteri, anch’egli poi indagato nell’ambito della medesima indagine. Mi resi conto di vivere proprio in quella città nella quale si era generata una serie di eventi che io, non guardando più la TV né leggendo i quotidiani, avevo percepito in modo sordo, ovattato, come se fossero accaduti in un paese lontano. E invece avevano sconvolto l’establishment facendo sprofondare la “ Prima Repubblica “ in un’apocalittica voragine. Mi allontanai sommessamente mentre continuavo a pensare che quell’ ospizio dall'aspetto innocuo era il simbolo di un periodo che aveva cancellato le vecchie regole della politica in modo irreversibile.
Avvicinandomi alla fermata della Metropolitana in Piazzale Gambara la mia attenzione fu attirata da alcuni manifesti affissi su un muro sbeccato: l’uomo in doppiopetto blu che posava a braccia conserte mi sorrideva promettendomi un Nuovo Miracolo Italiano; non lo presi molto sul serio ma l’ultimo pensiero che avevo formulato cominciò silenziosamente a vacillare.